Il tempo ci ha penalizzato, tanta pioggia e cielo coperto sia in maggio e in giugno e anche al rientro a scuola, in autunno e in inverno.
Nella foto: il nostro PST guarda sconsolato il cielo ancora una volta coperto.
Non è immediato fare una buona osservazione. L'occhio deve essere allenato. Ci vogliono mesi (come insegna M. Gavin) di costante applicazione, perché osservare in H-a é diverso che osservare in luce bianca. Inoltre, lo strumento non mette a fuoco bene in tutto il campo dell'oculare: c'è una zona (non al centro) chiamata "sweet spot", la cui posizione varia con la messa a fuoco, dove si vedono meglio i dettagli e bisogna muovere pian piano il PST per far sfilare l'immagine del Sole in tutte le zone dell'oculare alla ricerca della migliore condizione di visibilità.
Per non parlare delle turbolenze in atmosfera che a volte richiedono frequenti correzioni alla messa a fuoco (vedi dettagli dello strumento).
Abbiamo iniziato a registrare le osservazioni disegnandole, come fanno tanti sul web e come si è fatto tradizionalmente per secoli anche con le macchie (e alcuni osservatori professionali lo fanno ancora).
Importante
Nell'oculare del PST il Sole viene visto con la seguente orientazione: a sinistra
dell'osservatore c'è il lato W, a destra il lato E, in alto il lato S, in basso il lato
N. La rotazione del Sole su se stesso avviene quindi da destra a sinistra (cioé in senso
orario) e il Sole appare muoversi da ovest verso est. In poche parole vediamo il Sole a
testa in giù....
Nel settembre 2008 abbiamo acquistato una webcam per ottenere dei video e delle foto, anche se queste non sostituiscono il disegno. C'é da osservare che non è facile mettere a fuoco l'immagine perchè l'ottica del PST non colloca il fuoco primario dello strumento nella posizione adatta alla webcam. Per superare questa difficoltà abbiamo usato una lente di Barlow, ma la messa a fuoco precisa rimane un' operazione assai complessa.
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News: immagini aprile-luglio 2009
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